Dott.ssa Sara Bortot – Psicologa e Psicoterapeuta

DEPRESSIONE

La chiamano il male del secolo, tutti hanno almeno una volta sentito parlare di depressione. I sintomi sono:

stanchezza, apatia, mancanza di voglia ed energia nel fare le cose, anestesia emotiva (incapacità di provare

emozioni), anedonia (incapacità di provare piacere), umore depresso, scoppi di pianto, sensazione di

angoscia, pensieri ossessivi negativi (ad esempio di colpa e autosvalutazione). Le cause possono essere

diverse, a volte possono essere chiare alla persona, a volte invece non c’è un motivo apparente.

 

depressione nelle varie forme

IL CASO CLINICO:

L’autostima non si eredita, si costruisce

Viene da me Teresa una giovane donna di 22 anni molto carina nonostante l’aspetto non molto curato, fin troppo acqua e sapone. Mi racconta che sta frequentando la facoltà di medicina, nonostante riferisca di andare bene negli studi e di non aver mai avuto grossi problemi a scuola né nella vita, prova un fortissimo senso di incapacità e inadeguatezza. Si sente incapace a stringere amicizie, non si sente attraente né desiderabile, si sente come invisibile. Anche all’università nonostante i voti siano nella media e non abbia mai bocciato un esame riferisce di non sentirsi all’altezza delle sue compagne di corso così intelligenti e brillanti rispetto a lei. Per tutti questi motivi la ragazza mi racconta di trascorrere le sue giornate immersa nello studio, non ha frequentazione abituali, non ha amiche con cui uscire, non ha hobbie né pratica sport. Mi dice come si sia sempre sentita così, inferiore rispetto alle coetanee e per questo abbia smesso di tentare di assomigliare a loro e abbia preferito la compagnia del suo cagnolino rispetto a quella di ragazzi e ragazze. <<Mi manca l’autostima>> mi dice più volte.

L’ho portata attraverso il dialogo strategico a sentire come questa sua chiusura e rinuncia invece che alleviare le sue sofferenze l’avesse fatta sprofondare ancora di più nella sua insicurezza e fragilità. Rinunciando ad affrontare le relazioni e i momenti di confronto confermava a sé stessa di non essere in grado, inibendo sempre di più la sua capacità di azione. Le abilità sociali vanno sviluppate e potenziate così come tutte le altre competenze. Evitando i rapporti Teresa si era sentita sempre più sola e incapace di crearne di nuovi.

Si era creata quella che nella psicologia si chiama profezia che si auto-avvera: comportandosi in virtù della sua paura di non essere all’altezza della situazione e del timore del confronto con gli altri, aveva avverato la sua profezia rimanendo effettivamente sola. Aveva creato la sua stessa trappola per poi infilarcisi dentro.

Attraverso il nostro percorso Teresa è stata guidata a piccoli passi ad affrontare la sua insicurezza prima con la tecnica del Piccolo No, Teresa ha scoperto che il rifiuto che temeva dalle altre sue compagne in realtà si trasformava in accoglienza. E’ stata poi guidata a cambiare il suo modo di porsi e muoversi, invece che con lo sguardo basso e serio, con lo sguardo alto, aperto e sorridente. Anche solo con questo piccolo cambiamento Teresa vede che incrociando lo sguardo e sorridendo la gente sarà più aperta e si avvicinerà di più, compresi i ragazzi. Teresa spontaneamente ha cambiato anche il suo modo di vestire, da dimesso a più moderno e adatto alla sua età, ha iniziato a mettere anche un filo di trucco che le dona molto e risalta i suoi bellissimi occhi.

Teresa ha visto quindi che cambiando il suo stesso atteggiamento ed andando lei per prima a chiedere e proporsi, non riceveva rifiuto anzi apertura. Ed anche se a volte riceveva un atteggiamento di rifiuto è stata pian piano guidata ad accettarlo senza che diventasse un dramma. Avvicinandosi alle tanto temute compagne di corso ha visto che non erano così perfette e sicure come credeva, ma che anche loro avevano le loro paure e le loro ansie anche se le nascondevano bene.

Anche il suo nuovo aspetto e il suo sorriso hanno avvicinato diversi corteggiatori, che però Teresa ha elegantemente rifiutato perché adesso sente di meritarsi il meglio.

Il suo cambiamento è stato prima graduale e guidato, successivamente dopo le prime sedute è diventato repentino e spontaneo. Come una palla di neve che rotolando diventa una valanga inarrestabile.

Teresa è un esempio di come l’autostima non si eredita ma si costruisce.

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