IPOCONDRIA/ ANSIA DA MALATTIA
E’ la paura costante di poter avere o contrarre una malattia importante e grave.
Può nascere da un disturbo funzionale della persona come dei sintomi gastrointestinali periodici, o degli sfoghi sulla pelle o ancora dei dolori intercostali, tachicardia, formicolii e debolezza alle gambe, ecc.
Sintomi fisici reali che con le analisi mediche non portano a nessun tipo di riscontro di patologie organiche. Questi sintomi vanno e vengono ad intermittenza e fanno pensare a malattie gravi e non ben definite come tumori, ecc.
A volte non sono presenti sintomi, ma la persona è costantemente preoccupata per la salute propria e dei suoi cari e questo genera una forte ansia.
IL CASO CLINICO:
Dottore, e se fossi malato?
Viene nel mio studio Angela, una bella ragazza sulla trentina dall’aria stanca e preoccupata.
<<Dottoressa sto malissimo. Ogni giorno ho paura di sentirmi male e di ammalarmi di una malattia grave come un tumore,o che potrebbe succedere a qualcuno della mia famiglia. Ci rimugino continuamente e questo pensiero mi fa stare male tutto il giorno e mi impedisce di vivere una vita serena. In questo periodo mi sveglio spesso col mal di testa e penso che potrebbe essere un ictus o un tumore al cervello. Questo pensiero mi terrorizza e non mi fa dormire la notte.
Qualche mese fa avevo sempre male allo stomaco e il mio pensiero era fisso lì, chissà quale terribile malattia avrei potuto avere.
Ho fatto mille visite da vari specialisti ed esami approfonditi: ecografie, esami del sangue, sono riuscita anche a farmi fare una tac, ma per fortuna tutti con esito negativo. Se per un po’mi sono rassicurata poi la paura è ricominciata perché adesso sento questo dolore alle tempie che mi fa pensare al peggio.
Dopo aver fatto mille visite ho provato a venire da lei perché mi sono detta che forse le mie preoccupazioni per la salute sono eccessive e perché fin’ora non ho avuto conferme di una malattia organica, quindi ho pensato che forse parlarne con uno specialista mi avrebbe fatto stare meglio…>>
Angela è una delle tante persone che hanno paura delle malattie, la famosa ipocondria, questo tipo di ansia può avere varie forme:
A volte si può presentare un dolore fisico di qualche natura o un senso di spossatezza generale che insinua il dubbio -che poi diventa certezza- di stare male, di poter avere un male incurabile.
Altre persone invece hanno sensazioni di dolore al petto o tachicardia che fanno pensare ad un infarto, più cercano di controllare i loro battiti e più questi aumentano, fino ad arrivare ad un’escalation di sintomi tale da sentire di poter morire da un momento all’altro con conseguente fuga al pronto soccorso dove però la diagnosi propinata è: ansia e attacco di panico.
Ma il dolore fisico e i battiti accelerati ci sono realmente!
Altre persone hanno la costante sensazione che tanto prima o poi debba capitare qualcosa di negativo e si possano ammalare, così vivono per anni interi con un costante senso di allerta e di condanna che gli impedisce di vivere a pieno la vita.
Chiedo ad Angela quali strategie sta adottando per cercare di risolvere il problema. Come la maggior parte delle persone con questo tipo di preoccupazione Angela naviga tutti i giorni su internet alla ricerca di tutte le malattie che possono corrispondere ai suoi sintomi. La faccio riflettere come questo modus operandi non solo non risolva il problema, ma porta a complicarlo perché non le fornisce la certezza della diagnosi e le presenta casi di malattie gravissime che la mettono ancor più in ansia.
Poi mi confida che parla delle sue paure quasi tutti i giorni con sua madre e sua sorella per sfogarsi. Anche in questo caso le spiego come il parlarne in realtà alla lunga faccia peggiorare la sua paura perché ogni volta che ne parla la rende vera e la fa aumentare (vedi articolo sugli attacchi di panico).
Inoltre Angela chiede continue rassicurazioni mediche ed effettua visite specialistiche che anche se lì per lì la tranquillizzano poiché non rivelano nessun disturbo, poi le fanno sorgere il dubbio che forse si tratta di qualcos’altro di ancora più grave che non è stato ancora scoperto, così ogni visita ne segue un’altra e un’altra ancora. Le rassicurazioni in questo caso non aiutano, anzi aprono la porta a nuovi dubbi.
Un altro meccanismo fondamentale in questi casi è il controllarsi continuamente in un costante ascolto del proprio corpo e dei segnali di malattia che potrebbe inviare. Ma il problema è che “chi cerca trova”, qualche piccolo dolorino lo abbiamo tutti, anzi se ci concentriamo sul nostro corpo e sulle sue funzioni fisiologiche spontanee le alteriamo: ecco che i battiti aumentano, il respiro si fa affannoso e quel dolorino diventa sempre più intenso.
Prescrivo ad Angela la manovra di elezione per questo problema:
il check-up 3 volte al giorno. Una sorta di osservazione puntuale fatta quotidianamente di tutti i sintomi, dalla punta dei capelli fino alla punta dei piedi.
“Ma questo è quello che faccio già” obietta Angela. Sì ma ora voglio che tu lo faccia meglio, terapeuticamente.
Chi conosce la Terapia Strategica sa che le indicazioni possono apparire un po’ strane a volte ma che non tardano a dare i loro potenti effetti.
Dopo sole due settimane di check-up -durante le quali ha smesso anche di parlare del suo problema, di guardare su internet e di chiedere rassicurazioni- Angela si accorge che durante il check-up non si spaventa come avrebbe creduto, anzi trova sempre meno sintomi e quelli che annota li giudica innocui. Si sente già meglio, durante la giornata passa molto meno tempo a controllarsi ed è molto più tranquilla.
Per esigenze espositive riassumo molto il trattamento, che tuttavia è estremamente breve considerando che queste persone spesso passano anni di sofferenza senza sapere a chi chiedere aiuto, mentre in pochi mesi riescono a venirne fuori completamente. Ed io sono estremamente felice quando posso aiutare i miei pazienti a stare meglio.
Fai attenzione quando leggi libri di medicina. Potresti morire per un errore di stampa
(Mark Twain)
Quell’agente patogeno, mille volte più virulento di tutti i microbi, l’idea di essere malati.
(Marcel Proust)